Prima di procedere ad una sintesi globale sia dei punti di misura naturali che artificali, sarà opportuno dare uno sguardo (chi avrà voglia potrà spaziare nella sezione meteorologica), all'andamento delle temperature, precipitazioni e pH delle stesse nel corso del ventennio della ricerca.
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Con riferimento al grafico delle temperature medie è evidente un'alternanza annuale dei valori; sono anche riscontrabili due brevi periodi con valori inferiori alla media (1991-1993 e 2004-2005) e due brevi periodi con valori superiori alla media (2000-2001 e 2011-2012). Nel corso della ricerca i valori medi annuali sono variati da un minimo di 12,5°C (1991) ad un massimo di 14,1°C (2007), con una media pluriennale di 13,2°C. |
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Con riferimento al grafico delle precipitazioni si rileva che, nel corso della riceca, le precipitazioni annuali sono variate da un minimo di 904,2 mm/mq (2005) ad un massimo di 2373,3 mm/mq (2002), generalmente ad anni alterni, ma sono ben visibili due periodi piovosi (1992-1994 e 2008-2010) e un lungo periodo secco (2003-2007). |
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Il pH delle precipitazioni indica il contenuto di acido carbonico presente nelle piogge (formatosi in seguito alla combinazione di CO2 e vapore acqueo presente nell'aria) ed esprime l'aggressività delle acque meteoriche sulle rocce e i manufatti della civiltà umana. I diversi studi hanno stabilito un valore standard di 5,60; pertanto, valori inferiori acidificano notevolmente le precipitazioni (l'acidità cresce di 10 volte per ogni punto percentuale inferiore e parallelamente, diminuisce per ogni punto percentuale maggiore). Con riferimento ai valori misurati, è osservabile che il pH medio annuale delle precipitazioni negli anni '80 e '90 è stato prossimo a 4,50 con due valori intorno al 4,70 e tre valori prossimi al 4,90, mentre i valori si portano oltre il 5,00 nel 2005 e superano il 5,50 dopo il 2010. La ricerca, dunque, si è svolta per gran parte in un arco di tempo in cui le precipitazioni risultavano dieci volte più acide rispetto alla norma. |