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Statistiche meteorologiche 2019 : NOVEMBRE

cartina cromatica che mostra l'ingresso del vortice atlantico nel bacino del Mediterraneo

Le prime due perturbazioni del mese di Novembre, collegate ad un vortice depressionario sul Canale della Manica, attraversavano l’Italia nel primo weekend del mese con piogge e grigiore autunnale al centro-nord. In alcune zone della Liguria diventavano torrenziali, mentre trombe d’aria scoperchiavano diverse case, flettevano pali della luce e sradicavano alcuni alberi. Le temperature rientravano nei valori medi stagionali e sulle Alpi tornava la neve fino a 1900 metri di quota.

Seguiva una brevissima pausa lunedì 4 con la ricomparsa del sole, ma già il giorno successivo riprendeva il flusso Atlantico, in cui si inserivano, a intervalli regolari, una serie di perturbazioni che riportavano nuvole, deboli piogge e aria più fresca, ma le temperature si mantenevano nelle medie stagionali. Tale circolazione insisteva per tutta la prima settimana del mese.

L'autunno mostra, finalmente, la sua forza regalando preziose precipitazioni su buona parte del Paese e l’arrivo della prima neve sulle Alpi. – scriveva il meteorologo - Come anticipato nei giorni scorsi, tale situazione insisterà almeno fino alla giornata di lunedi prossimo con una nuova intensa fase di maltempo prevista per la giornata di venerdì”.

Come previsto, nella giornata di venerdì 8 si registrava un’intensa fase di maltempo su tutto il Nord, versante Tirrenico e Sardegna con abbondanti nevicate su tutto l’Arco Alpino, fino a 1300 metri di quota. Infatti, un vortice depressionario presente sul Canale della Manica convogliava correnti umide da sud-ovest sul N-Italia con piogge e grigiore autunnale.

immagine satellitare

La circolazione Atlantica proseguiva anche nei giorni seguenti. Infatti, un nuovo vortice depressionario interessava la Penisola nel corso del secondo weekend del mese, generando piogge torrenziali lungo la fascia Tirrenica (situazione molto critica a Matera, con strade trasformate in vorticosi torrenti e terreni agricoli allagati) e una marea spropositata (1,90 cm) a Venezia con piazza e Basilica di S. Marco allagate, per via di intensi venti sciroccali.









La nostra Penisola si trova in balia delle depressioni atlantiche; in assenza di una figura anticiclonica le depressioni hanno campo libero verso il bacino centrale del Mediterraneo. Proprio in queste ore si è formato una profondo vortice in corrispondenza delle zone Tirreniche centro meridionali. Tale situazione favorirà una settimana all'insegna del maltempo, su buona parte delle regioni, con precipitazioni abbondanti e pericolose sulle due Isole maggiori e sulla Calabria“.

Se le notizie di cronaca facevano preoccupare le Amministrazioni territoriali, dal punto di vista meteorologico e climatico, l’autunno stava manifestando le sue peculiari caratteristiche di stagione grigia e piovosa, che assicurava le precipitazioni stagionali e, soprattutto, riduceva il deficit annuale (giunto al 45%), mentre copiose nevicate coprivano l’arco Alpino e l’Appenino. Le temperature registravano la prima caduta libera con un picco negativo il 14 (-0,8°C) che risultava una giornata fredda (media di 3,2°C conto una media pluriennale di 8,3°C).

cartina cromatica che mostra il vortice freddo in arrivo sul bacino del Mediterraneo.
Una nuova fase instabile si viveva a metà mese. Infatti, la spinta dell’anticiclone delle Azzorre verso il nord Atlantico, favoriva la discesa di aria fredda sul bordo orientale e portava alla formazione di una nuova profonda depressione nel cuore del Mediterraneo. Precipitazioni e rovesci interessavano gran parte delle regioni con abbondanti nevicate su Alpi e Appennino.
I fenomeni (forti venti, mareggiate, frane e smottamenti, esondazioni di diversi corsi d’acqua, nevicate con accumuli fino a 1,5 metri), erano localmente intensi e provocavano notevoli danni. Si contavano 8 mila interventi dei Vigili del Fuoco in tutta la Penisola.
Diverse regioni, dalla Liguria, alla Toscana, Emilia Romagna, al Lazio, al Veneto e Trentino proclamavano lo stato di emergenza (la piena dell’Arno superava il secondo livello di allerta e faceva tremare Pisa e Firenze, una tromba d’aria devastava diversi ettari di bosco nel Grossetano, il fenomeno dell’acqua alta a Venezia che si ripeteva più volte e per dislivelli sempre crescenti, il Trentino era funestato da diverse valanghe di neve, …), chiedevano lo stato di calamità.



Dopo la breve pausa del 20, giorno in cui ricompariva il sole, nel corso del terzo weekend, una nuova bassa pressione scorreva dall’Irlanda verso il Tirreno meridionale, bloccata ad Ovest dall’anticiclone delle Azzorre e ad Est da quello Russo. Essa attivava correnti umide da Sud-Ovest che raggiungevano la regione Padano-Alpina portando nuvole e copiose precipitazioni, soprattutto sui settori di Nord-Ovest: la circolazione depressionaria si rivelava un vero e proprio ciclone in ambito Mediterraneo.

Per oltre 48 ore, Piemonte, Liguria e Lombardia, al Nord, Campania e Calabria, al Sud erano bersagliate da rovesci e temporali che facevano tracimare fiumi e torrenti (come il fiume Bormida nell’Alessandrino e il fiume Sarno in Campania,… e faceva temere il Po che superava di oltre 6 metri il livello di guardia), esondare laghi (Como, Verbano, …) portavano a valle diverse frane e, sulla Torino-Savona, crollavano 30 metri di viadotto, mentre a Venezia l’acqua alta toccava i 130 centimetri, mentre la neve scendeva al di sotto dei 1000 metri di quota.

Chiudeva il mese un debole promontorio anticiclonico che diradava le nubi e faceva ricomparire il sole con l’arrivo della prima brina e nebbia nelle valli.


Osservazioni e misure
NUVOLOSITÀ INSOLAZIONE in % PIOGGIA in mm/mq Nebbia
gg. sereni gg. variabili gg. coperti media mese media dal 1991 diff. mm mese media dal 1984 media 1959- 1983 gg. media dal 1980 diff.
2 9 19 13,4 32,8 -13,7% 301,2 178,6 175,0 4 8,8 -4,8
NOVEMBRE '19 : Incremento/deficit pluviometrico dal 01.12.2018 al 30.11.2019 = -370,9 mm/mq
TEMPERATURA in °C
media mese media dal 1987 diff. media 1959- 1986 max mese g.no max storica anno min mese g.no min. storica anno
7,65 7,49 +0,17 6,03 18,0 5 24,4 2015 -0,3 14 -7,6 1998

La stagione autunnale iniziava con un'incursione fresca atlantica che demoliva il promontorio anticiclonico Africano che aveva dominato sul bacino del Mediterraneo per gran parte dell'estate e, soprattutto, mitigava le temperature che per lungo tempo erano risultate superiori alle medie del periodo. Inoltre, giungeva sulle regioni settentrionali un po' di pioggia a mitigare l'arsura che aveva prosciugato gran parte di ruscelli e torrenti, riducendo notevolmente il livello di laghi e bacini e continuava a far ingiallire i prati.

La fase perturbata si esauriva in meno di 24 ore e venti di foehn spazzavano la Pianura Padana per diversi giorni.  L'incursione fresca di metà settembre, in arrivo dal nord Europa scorreva lungo la fascia Adriatica e, ben presto, si tornava ad un regime anticiclonico inizialmente di matrice Azzorriano e successivamente, nord Africano che si protraeva fino al mese di Ottobre, con sporadiche e insignificanti precipitazioni.

All'estate settembrina seguiva l'ottobrata, con temperature costantemente superiori alla media stagionale e un clima di tarda estate.

Mentre Settembre era stato carente di piogge, con l'inizio di Ottobre le perturbazioni Atlantiche iniziavano a fare il loro ingresso sullo scenario Europeo, ma nella loro traiettoria baipassavano le regioni settentrionali, sottovento, per le quali aumentava il deficit idrico stagionale e annuale.

Una prima svolta significativa si registrava a metà mese e, successivamente al termine della seconda decade, quando due profonde depressioni raggiungevano il bacino occidentale del Mediterraneo, richiamando correnti umide meridionali. Alcuni fenomeni risultavano particolarmente intensi (come i nubifragi in provincia di Alessandria che causavano anche vittime civili). In questo scenario, il mese di Ottobre si assicurava il quantitativo statistico di pioggia, ma le temperature risultavano generalmente superiori alle medie del periodo.  
Novembre risultava grigio e piovoso. La porta atlantica restava aperta per gran parte del mese e un treno di perturbazioni attraversava la Penisola, assicurando copiose precipitazioni che colmavano il deficit stagionale e, parzialmente, anche quello annuale.
Per gran parte del mese, le temperature risultavano inferiori ai valori medi del periodo, con in incremento delle stesse nell'ultima decade.

La temperatura media stagionale di 13,49°C ha registrato un incremento (+0,38°C) rispetto alla media pluriennale, conseguenza diretta degli incrementi registrati nei tre mesi: Settembre (+0,07°C), Ottobre (+1,90°C) e Novembre (+0,17°C). Particolarmente significativo l'incremento registrato a Ottobre, fenomeno che si inserisce con prepotenza nelle statistiche del NOAA (National Oceanic and Atmosferic Administration), nel cui rapporto si legge: "come si rileva da diversi anni, è confermato un incremento medio annuo della temperatura media del Pianeta, da quando hanno avuto inizio le rilevazioni, ovvero il 1880 e questo da imputare al crescente riscaldamento degli oceani".

Riscaldamento che, anche quest'anno, ha interessato tutti i mari, compreso il mar Mediterraneo (fino a 29/30°C la temperatura delle acque superficiali del mar Tirreno meridionale e mar Ionio), dovuto al crescente numero di incursioni dell'anticiclone sub-tropicale. Fenomeno che accentua la crescente intensità e violenza dei fenomeni meteorologici che colpiscono periodicamente le nostra Penisola, dai nubifragi, alle intense raffiche di vento, alle trombe marine e le violenti mareggiate.

Dal punto di vista precipitativo, Settembre è risultato quasi secco (-74%), mentre Ottobre (+27%) e Novembre (+67%), hanno fatto registrare un quantitativo di pioggia superiore alla media pluriennale.  Con riferimento a tutta la stagione autunnale si coglie un incremento del 12%.


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