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Statistiche meteorologiche 2011 : GENNAIO

Il primo giorno del nuovo anno civile registrava la presenza di un campo anticiclonico favorevole a condizioni di tempo stabile al centro nord, mentre deboli correnti umide interessavano la Sardegna e le nostre regioni meridionali con brevi ed isolate precipitazioni.

cartina cromatica che indica l'arrivo di aria fredda da nord-est Ma già sul finire del 2 gennaio, correnti fredde in arrivo da nord-est interessavano le regioni nord orientali e gran parte del versante adriatico con un deciso calo delle temperature. I fenomeni risultavano modesti, relegati ai versanti adriatici e al sud con deboli precipitazioni a carattere sparso che risultavano nevose sulle zone appenniniche centrali oltre i 600 metri e lungo l'Appennino meridionale oltre i 1200m; sulle restanti regioni il tempo restava stabile, ma freddo, con nebbie e gelate sulla pianura Padana.

La fase fredda aveva, però, vita breve; infatti, con la festività dell'Epifania riprendeva la circolazione da ovest,  pilotata da una vasta depressione atlantica che inviava aria decisamente mite e umida verso le regioni settentrionali. Per alcuni giorni si susseguivano diversi fronti nuvolosi e deboli precipitazioni interessavano il nord e la Toscana con iniziali fenomeni di “gelicidio” al suolo. Un tempo uggioso di stampo autunnale, con cielo grigio e deboli pioviggini al nord, mentre correnti sciroccali e temperature superiori alla media interessavano le regioni meridionali e la Sicilia.
 In realtà, nella prima decade di Gennaio si affermava sul bacino del Mediterraneo il dominio dell'anticiclone nord Africano che, fondendo la sua forza con quello azzorriano poneva uno stop secco alla stagione invernale.

Dopo una partenza a razzo, - scriveva E. Buonaguidi - il Generale inverno sta piombando in un colossale letargo che rischia di prolungarsi oltre ogni aspettativa”.

cartina cromatica che evidenzia l'espansione verso nord dell'anticlone sub-tropicale

Infatti, la fase di clima autunnale si protraeva fino al 19 gennaio, con la presenza dell'anticiclone sub tropicale in quota e una vasta zona di alta pressione atlantica al suolo.


Tale situazione assicurava bel tempo su gran parte della Penisola, in particolarmente sulle montagne, valori di temperatura superiori alla media del periodo, ma nebbie, gelate notturne sulle pianure e fenomeni di inversione termica con accumulo di inquinanti al suolo nelle grandi città del nord a causa della scarsa ventilazione.





cartina cromatica che mostra un nuovo impulso di aria fredda in arrivo da nord-est


Ma, sul finire della seconda decade, l'inverno ferito, umiliato e deriso dal suo acerrimo nemico, preparava una mossa che lo vedeva protagonista per gran parte dell'ultima decade.

Infatti, a partire dal giorno 20,  con lo spostamento verso nord dell'anticiclone delle Azzorre, correnti gelide nord orientali varcavano l'arco alpino orientale e attivavano una circolazione depressionaria sul mar Tirreno con richiamo di aria umida da sud ovest.





mappa delle precipitazioni sulla Penisola Seguivano abbondanti precipitazioni nevose sull'Appennino settentrionale, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo e Molise fino a bassa quota e fenomeni temporaleschi al sud e sulle isole. Le temperature subivano un brusco calo nei valori massimi e si riportavano nella media del periodo.

Il nord registrava un generale calo delle temperature e fenomeni di foehn che spazzavano via la nebbia e rimescolavano l'aria con dispersione delle sostanze inquinanti.
Il blocco anticiclonico atlantico rimaneva nella stessa posizione per diversi giorni e, questa situazione favoriva una prolungata fase fredda per tutta l'Italia con risvolti diversi da regione a regione ma con unica caratteristica: il freddo.

mappa delle precipitazioni sulla Penisola A seguito della formazione di una depressione sulla Penisola Iberica, sul finire della terza decade si riattivavano le correnti umide meridionali che, andando ad interagire con l'aria fredda presente al suolo, producevano ulteriori fenomeni nevosi sull'Appennino centro settentrionale e, a seguire, rovesci e temporali sulle regioni centro-meridionali, Sicilia e Sardegna, mentre restavano a secco le regioni settentrionali il cui deficit idrico superava il 60%. Le temperature registravano un generale aumento e le minime si portavano al di sopra dello zero termico.

La fase di instabilità durava qualche giorno e il mese si concludeva con una rimonta dell'anticiclone atlantico che assicurava nuove giornate limpide e soleggiate con brinate al mattino; i “giorni della merla” risultavano meno freddi del previsto.

Osservazioni e misure
NUVOLOSITÀ INSOLAZIONE in % PIOGGIA in mm/mq NEVE
gg. sereni gg. variabili gg. coperti media mese media dal 1991 diff. mm mese media 1984 - 2008 media 1959 - 1983 cm mese media dal 1980 gg. con neve
13 6 12 31,5 33,0 -1,5% 32,7 82,6 75,0 0 12,7 1
GENNAIO '11 : Incremento/deficit pluviometrico dal 01.12.2010 al 31.01.2011 = +12,7 mm/mq
TEMPERATURA in °C
media mese media dal 1984 media 1959 - 1983 max mese g.no max storica anno min mese g.no min. storica anno
1,99 2,48 1,9 13,8 17 24,4 2007 -7,0 23 -12,4 1985