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Statistiche meteorologiche 2007 : NOVEMBRE

La fase perturbata che aveva caratterizzato gli ultimi giorni di Ottobre e il 1° Novembre al centro sud, si concludeva con una decisa rimonta dell'anticiclone delle Azzorre che, centrando il suo massimo sull'Inghilterra, interessava gran parte dell'Europa centro-meridionale.

cartina cromatica isobarica
Ciò assicurava una lunga fase di stabilità e clima mite oltre la norma del periodo per via di una risalita delle temperature, soprattutto nei valori massimi: la classica estate di S. Martino.

Nei giorni seguenti, la stabilità atmosferica che regnava sulla Penisola era scossa da due ondate di aria polare in movimento da nord-ovest verso sud-est. La prima, diretta essenzialmente verso la penisola Balcanica, interessava in modo del tutto marginale le regioni adriatiche, con sporadici rovesci, unitamente ad un primo calo generalizzato delle temperature.




cartina cromatica irruzione fronte freddo
mappa delle precipitazioni
La seconda risultava più intensa e interessava tutta la Penisola, ma con effetti diversi da regione a regione: forti venti e abbondanti precipitazioni nevose lungo i versanti esteri dall'arco alpino, qualche nevicata anche sulle zone dell'Alto Adige, una certa nuvolosità ma senza fenomeni sul Triveneto ed Emilia Romagna, ampie schiarite su Lombardia, Piemonte e Liguria con fenomeni di Foehn, intensa nuvolosità con rovesci anche temporaleschi, sulle Marche e l'Abruzzo, con nevicate sulle zone appenniniche oltre i 1500m, venti intensi di Maestrale sulla Sardegna con ampie schiarite, cieli molto nuvolosi al meridione con intense precipitazioni su Campania, Molise e Puglia, una decisa diminuzione generalizzata delle temperature che assumevano connotati invernali.

cartina cromatica discesa fronte freddo
mappa delle precipitazioni

Con la seconda metà del mese si assisteva, increduli, all'arrivo di un precoce inverno; infatti, una poderosa spinta dell'anticiclone delle Azzorre, dapprima sulle isole Britanniche e in seguito verso le steppe russe, favoriva la discesa di una massa di aria gelida per la stagione autunnale, direttamente dalla Scandinavia; essa arrecava un sensibile peggioramento del tempo sul centro-est Europa, con tempeste di neve in stile americano su Vienna e Praga e, successivamente, condizionava per più giorni il tempo sul bacino del Mediterraneo.


Come indicavano i principali modelli meteorologici (GFS ed UKMO), molte regioni italiane centro meridionali (come del resto accade sempre in queste circostanze), registravano una fase di tempo nettamente pre-invernale; infatti, l'aria fredda affluiva dai quadranti nord orientali e si tuffava nel bacino del Mediterraneo entrando dall'Adriatico, sotto forma di freddi ed impetuosi venti di bora e grecale che imperversavano sulle regioni adriatiche con le prime abbondanti nevicate prima a quota collinare e, successivamente in pianura su Marche, Abruzzo e Molise.

cartina isobarica
mappa delle precipitazioni
Sole e clima rigido caratterizzavano il nord che, ancora una volta, restava escluso da qualsiasi fenomeno e si accentuava sempre più il deficit idrico annuale (oltre 400 mm/mq), con assenza di neve sulle Alpi.


In molti – diceva il meteorologo - ci scrivono chiedendoci il perché di questa anomalia, ormai gli inverni in cui il Piemonte e la Lombardia venivano imbiancati da copiose nevicate sono solo un bel ricordo che ha lasciato il posto a scenari brulli ed aridi, i grandi comprensori sciistici sono costretti ad intervenire con la neve artificiale per salvare la stagione, senza tenere conto dell'urlo straziante dei ghiacciai sempre più ridotti ad ammassi di terra e roccia.”


cartina cromatica con area ciclonica
mappa delle precipitazioni
Durante la seconda decade, mentre un cuneo anticiclonico di matrice sub tropicale stabilizzava le regioni meridionali, il nord e parte del centro restavano sotto il tiro di correnti umide e temperate che, scorrendo sul bordo orientale di una profonda depressione atlantica, garantivano delle precipitazioni sulle regioni settentrionali, soprattutto nord occidentali (105 mm/mq), e le prime nevicate della stagione imbiancavano l'arco Alpino.


Dopo la fase fredda, l'aria calda e umida di scirocco favoriva il ritorno a temperature più consone per la stagione autunnale.

Negli ultimi giorni del mese si assisteva all'espansione sull'Europa centrale e sulle Isole Britanniche dell'anticiclone atlantico, con ritorno a condizioni di stabilità atmosferica, mentre le correnti in quota da NW orientavano un nuovo flusso freddo di origine artica verso la regione Balcanica con fenomeni lungo i versanti esteri e fascia adriatica, ma rapido rasserenamento per effetto favonico a sud delle Alpi.


Osservazioni e misure
NUVOLOSITÀ INSOLAZIONE in % PIOGGIA in mm/mq NEVE
gg. sereni gg. variabili gg. coperti media mese media 17 anni diff. mm mese media 24 anni diff. cm mese media 20 anni diff.
18 5 7 47,3% 34% +14,3% 108 153 -29% 0 2,0 -2,0
NOVEMBRE '07 : Incremento/deficit pluviometrico dal 01.12.2006 al 30.11.2007 = -348,7 mm/mq
TEMPERATURA in °C
media mese media 24 anni diff. max mese g.no max storica anno min mese g.no min. storica anno
7,8 6,8 +1,0 21,2 8 22,0 2001 - 5,8 17 -7,6 1998

La stagione autunnale risultava insolitamente mite, con un incremento di 1°C della temperatura media, ma venivano a mancare (-53%), soprattutto in Ottobre, le piogge autunnali necessarie a colmare il deficit idrico annuale e necessarie a ricaricare le falde acquifere che alimentano gli acquedotti.



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