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Archivio : Anno meteorologico 2001 a Brebbia

Col 30 Novembre si è concluso l'anno meteorologico '01, iniziato il primo Dicembre 2000; tale scansione consente di formare un "inverno" ottenuto da un dicembre, un gennaio ed un febbraio contigui.
Le grandezze fisiche misurate e analizzate sono state diverse e, precisamente:

Nella tabella seguente sono riportati i principali valori medi annuali, confrontati con quelli del periodo 1987-2000:

GRANDEZZA meteorologica 2001 1987-2000
Temperatura dell’aria 13,5°C 13,1°C
Umidità relativa dell’aria 79% 77,2%
Pressione atmosferica 984,2 mbar 985,4 mbar
Velocità del vento ... Km/h 5,2 Km/h
Direzione prevalente di provenienza del vento ... NNE/SSW
Insolazione relativa 46,7% 42,7 %
Precipitazione atmosferica annuale 1362,1 mm/mq 1666,6 mm/mq
Nuvolosità 3,7 /8 3,7 /8

Si precisa, inoltre, che :

Come rilevato da esperti nazionali e internazionali, anche il 2001 confermava la tendenza al rialzo della temperatura e alla estremizzazione dei fenomeni meteorici.

La stagione invernale, a differenza di quella dell'anno precedente, risultava mite e piovosa con discrete precipitazioni nevose e molte giornate nuvolose o coperte (9 in più rispetto alla media pluriennale); ancora una conferma del clima un po' pazzerello che stiamo vivendo nell'ultimo trentennio: la colonnina di mercurio si alzava di qualche grado e, nel contempo ricompariva la neve.
Per gran parte del mese di Dicembre, le correnti occidentali e Sud-occidentali mantenevano le temperature al di sopra della media del periodo, Gennaio registrava una media mensile simile a quella pluriennale (2,8°C), mentre Febbraio era interessato da ondate di aria calda tra le quali si infiltrava masse fredde, che sul finire del mese producevano ulteriori fiocchi bianchi.
La temperatura media stagionale risultava di 4,34°C (+0,7°C rispetto a quella pluriennale), il 22 Febbraio,giorno più caldo con 20,5°C (22,8°C il record del 15/2/1990), mentre la minima assoluta di –5,5°C era stata registrata il 24 Dicembre, 17 Gennaio e 27 Febbraio (–10°C il record del 14/2/1991 e 5/1/1993). 
Le precipitazioni totali stagionali risultavano pari a 306,8 millimetri per metro quadro, vale a dire il 40% in più rispetto alla media del periodo (219,3 mm/mq/), con incremento anche dei giorni di pioggia (passati da 15 a 23), con la precipitazione massima di 49,6 mm l'8 Febbraio.

Con riferimento a qualche curiosità aggiuntiva: la notte di Natale veniva inbiancata da 15 cm di neve; il mese di Dicembre registrava 95,1 mm/mq (+32 mm rispetto alla media pluriennale) e Gennaio 119,5mm/mq (+25%); Febbraio risultava pazzerello, infatti, dopo un inizio abbastanza normale, fino al giorno 24 registrava un riscaldamento anomalo per via del consolidarsi di una figura anticiclonica che era assente dall'Europa dall'autunni precedente. Risultato: temperature oltre i 20°C con precoce inizio della primavera.
Abbiamo calcolato che, negli ultimi 30 anni, c’è stato un anticipo della primavera di un giorno all’anno. – diceva Giampiero Maracchi, direttore dell’Istituto di Biometeorologia del CNR e docente di Climatologia all’Università di Firenze - Si tratta di una valutazione effettuata da una rete internazionale di istituti, di cui fanno parte diversi Paesi dell’Europa Centrale e dell’Est, Italia compresa”. Maracchi spiegava che c’è un indicatore molto evidente: è la “sommatoria” di tutte le temperature superiori ai 10 gradi registrate durante i mesi più freddi, da novembre a febbraio. “Ebbene, all’inizio degli anni ’90, eravamo attorno a 750 gradi, nel 2000 siamo balzati a 950 gradi e, quest’anno, anche se febbraio non è ancora finito, posso anticiparvi che arriveremo a quota 1050 gradi”. Da agrometeorologo, Maracchi passava in rassegna il risveglio anticipato delle specie vegetali: ”Basta osservare mandorli, mimose, larici, denti di leone, robinie, rosmarino: tutte piante che quest’anno hanno anticipato di un mese buono la gemmazione o la fioritura”. Due le cause visibili della primavera anticipata: la persistenza del flusso atlantico che blocca le correnti fredde da Nordest e le temperature sopra la media del Mediterraneo (fino ad un massimo di + 3,5°C) e dell’Atlantico (+0,5°C). Primavera anticipata non vuol dire però, che l’inverno rinuncerà a dare una zampata finale – concludeva Maracchi – magari bruciando con un’ondata sottozero ulivi, viti e altre piante precocemente rinverdite”. Previsione puntualmente verificatasi sul finire di Febbraio: dopo diversi fenomeni di Foehn (vento di provenienza settentrionale che per un complesso effetto fisico, in cima alle montagne è freddo e, man mano che scende si scalda), negli ultimi quattro giorni tornava il freddo con due spruzzate di neve e temperatura minima a –5,5°C il 27 febbraio, seguita da –4,5°C il 2 marzo e –2,5°C il 14 marzo.

La stagione primaverile, registrava una temperatura media di 13,7°C con un incremento di mezzo grado rispetto alla media e, parallelamente, un 8% in meno di precipitazioni. In particolare, mentre Marzo con i suoi 13 giorni di pioggia accumulava 219,3 mm/mq (media di 71,4 mm/mq), con un picco di 85 mm/mq il penultimo giorno, Aprile faceva registrare un 72% di precipitazioni in meno e Maggio quasi -30%. Come si diceva in precedenza, la “coda dell’inverno” si faceva sentire in Marzo (-4,5°C il giorno 2 e –2,5°C il giorno 14) e fino al 15 Aprile (0°C) e 27 aprile con una temperatura minima di appena un grado sopra lo zero.
Un'ondata di maltempo, accompagnata da freddo e neve caratterizzava la giornata di Pasqua (15 Aprile): “una Pasqua da dimenticare con freddo, neve e pioggia da nord a sud” – titolavano i quotidiani. Nevicate improvvise colpivano le Marche, l'Umbria, l'Abruzzo e la Basilicata. Violente grandinate si abbattevano sul Centro-sud e frane e smottamenti ostacolavano la circolazione in alcune zone di montagna. Non stavano meglio in Francia con cielo velato, temperatura sotto zero e tramontana gelida in tutto il Paese, mentre in Germania, a causa del vento gelido, della neve e delle temperature sotto zero, i tedeschi scherzavano facendosi gli auguri di Natale.
Il mese di Maggio passava agli archivi delle regioni settentrionali come il mese più caldo del secolo: la temperatura media risultava di 19,3°C (media di 17,8°C), con l'evidente incremento di un grado e mezzo; un'anomala ondata di calore si registrava nell'ultima settimana con una massima di 34,4°C il giorno 29 (valore che risulterà il massimo dell'anno 2001).
Responsabile di questa anomalia termica era lanticiclone delle Azzorre, che favoriva la risalita verso Nord di aria calda e umida di origine tropicale, aria che riscaldata dall'irraggiamento solare e dalla compressione verso il basso si riscaldava oltre misura, dando l'impressione di un precoce inizio della stagione estiva.
Il nostro Pianeta – diceva G. Maracchi - sta accumulando quantità crescenti di energia che non riesce a smaltire perché la radiazione solare, a causa di gas come l’anidride carbonica che circondano la Terra, viene trattenuta dall’atmosfera. Così le zone a clima tropicale si espandono verso le regioni a clima più temperato dove la primavera arriva in anticipo, mentre l’autunno ritarda e dà modo a insetti estivi come le zanzare di prolungare il loro ciclo vitale”.


La stagione estiva,faceva registrare un aumento della temperatura media (+0,3°C - a cui contribuiva in particolare il mese di Agosto) e un incremento delle precipitazioni (+6%), per un totale di 466,4 mm/mq. La regione Padano alpina veniva investita da diverse ondate di aria calda, come quella dell'ultima decade di giugno (32,8°C), quella a cavallo tra Luglio e Agosto (34,2°C) e quella sul finire di Agosto (33,5°C), fenomeno che si associava ad un carico di umidità tale da produrre afa e disagio fisico. Ciascuna fase si concludeva con violenti fenomeni temporaleschi (aumentati anche di numero: 25 contro una media di 15), come quello del 27 Giugno (42 mm/mq), del 7 Luglio con tromba d'aria nell'area milanese, del 10 Luglio con tromba d'aria a Sesto Calende e del 30 Agosto (43 mm/mq) con brusco abbassamento della temperatura (da 32,2 a 20,4°C); in quest'ultimo caso, la stazione meteorologica dell’ERSAL (Ente regionale di sviluppo agricolo) registrava sulla pianura lombarda occidentale e in particolar modo sulle zone alpine e prealpine 15.000 fulmini.
Il 7 Luglio nel Milanese si vivevano ore di incubo: pioggia, vento e grandine consegnavano agli ospedali di Monza, Vimercate e Lecco una sessantina di feriti. Dalle ore 11.00 in poi, il Nord della Lombardia veniva spazzato da una furia che scoperchiava case, abbatteva semafori, cartelloni, alberi e tralicci della rete ferroviaria Milano-Lecco. La forza del vento sollevava e spostava come fuscelli alcune automobili e il tetto di un edificio di cinque piani facendolo ricadere con fragore sull’asfalto..

Quando si alternano fenomeni molto intensi come temperature molto alte e molto basse – diceva Gian Piero Maracchi del CNR – significa che il sistema è diventato instabile e si sta modificando il quadro climatico”. Sotto accusa per l’esperto sono le anomalie termiche degli oceani. “Non il Nino – dice – ma il Noa, North Atlantic Oscillation, che nell’ultimo periodo ha fatto registrare anomalie termiche sulla superficie del mare e anomalie della pressione e queste anomalie dell'Atlantico hanno influenzato il Mediterraneo e quindi il nostro Paese”.

Ah, la ragione è sempre la stessa, l’inquinamento – diceva il prof. S. Furia del C.G.P.. E non soltanto, si badi bene, l’inquinamento planetario, che ci arriva causato da altri. Anche il nostro. Mi spiego: mi vengono i brividi quando sento dire che non sono più le estati di una volta. Ma di volta in volta quando? Di trenta, quaranta o cinquant’anni? O magari di più? Allora il paragone è improponibile. Fino agli anni Sessanta del Novecento vivevamo in una cittadina di trentamila abitanti, davvero un piccolo capoluogo di provincia, con emissioni gassose parimenti adeguate. Oggi Varese conta 80mila abitanti, quindi la possiamo considerare una vera e propria “isola di calore”. E i boschi, il verde?, sono nella stessa quantità e qualità di allora? Conclusione, vogliamo pretendere che tutto questo non abbia ricadute pesanti sul clima? La svolta verrà quando le emissioni nocive saranno ridotte a zero. Siamo ben lontani di tali obiettivo”.

La stagione autunnale, a differenza di quella dell'anno precedente, risultava particolarmente secca: solo 195,3 mm/mq di pioggia (-65%) contro una media di 566 mm/mq. Settembre si caratterizzava per diversi fenomeni di Foehn (vento di caduta che scalda l'aria degli strati sottostanti) e un clima caldo e asciutto, Ottobre per una temperatura abbastanza mite che esaltava i colori autunnali e favoriva le prime nebbie di stagione a partire dalla metà del mese e Novembre per le prime brinate e temperatura sotto zero che caratterizzavano la terza decade a seguito dell'instaurarsi di una circolazione prima da Est e successivamente da Nord.

Nel 2001 i giorni di pioggia sono risultavano 88 e la precipitazione più copiosa, pari a 85 mm/mq, si registrava tra il 29 e 30 Marzo (in 19 ore).

Quanto agli episodi temporaleschi, che da alcuni anni manifestano una crescente violenza, ne venivano contati complessivamente 36 e alcuni si erano protratti per l'intera nottata o per tutta la giornata.

In relazione alle meteore, nell’anno meteorologico 2001 venivano registrati:


RISULTATI E COMMENTI

Di seguito vengono presentati e discussi i dati raccolti  durante l'anno meteorologico 2001, per ogni categoria di misura. Le figure riportano gli andamenti dei vari parametri meteorologici per l'anno 2001 e, in alcuni casi i dati annuali sono confrontati con quelli del periodo 1987-2000.

TEMPERATURA dell’aria
I dati riguardanti la temperatura dell'aria, espressi in gradi Celsius (°C), sono stati rilevati dalla lettura visiva trioraria (h 8.00 – h 14.00 – h 19.00) dei termometri di precisione (termometro a massima e termometro a minima); in assenza dell'operatore, gli stessi sono stati desunti dalla lettura dei tracciati dell'apparecchio registratore, il barotermoigrografo.
Con una temperatura media annuale di 13,5°C  (13,1°C quella del periodo dal 1987 al '00), il mese mediamente più caldo del 2001 risultava Agosto (media 24°C a fronte di una media pluriennale di 23,1°C;  la temperatura massima (34,4°C) era registrata il 29 Maggio, mentre la minima assoluta (-5,5°C) era stata misurata il 24 Dicembre, 17 Gennaio e 27 Febbraio.
Mentre su base annua si registrava un incremento medio di 0,4°C, con riferimento alle singole stagioni si osserva: +0,7°C in inverno,  +0,5°C in primavera, +0,3°C in estate e -0,1°C in autunno.
L'escursione termica media annua risultava di 10,8°C con un valore massimo di 20,7°C registrato il 22 Febbraio, fenomeno concomitante con una brinazione notturna (-0,2°C) ed un fenomeno di Foehn nel coso della successiva mattinata, tale da portare la temperatura massima a 20,5°C.

UMIDITÀ relativa dell’aria
I dati dell'umidità relativa massima, minima e media sono stati ottenuti dalla lettura visiva dell'igrometro a capello posto in capannina o ricavati dalla lettura del tracciato del barotermoigrografo.
Il valore medio annuale risultava di 79,0% , quello medio mensile più alto spettava a Dicembre (91,6%) in tandem con Gennaio (90,9%), mentre quello più basso (65,4 %) lo registrava Aprile, mese caratterizzato da frequenti fenomeni di Foehn. Il valore minimo assoluto (16%), legato al  vento di caduta dalle montagne che riscaldando l'aria rendendola molto secca, veniva misurato alle ore 14.00 del 26 Febbraio.
I mesi che registravano un andamento che si discostava sensibilmente dalla media pluriennale, risultavano Aprile (-13,6%) e Gennaio (+12,6%); il primo mese era caratterizzato da numerosi fenomeni di Foehn (10) e il secondo da 9 giorni di pioggia.

PRESSIONE atmosferica
I valori della pressione atmosferica massima, minima e media sono stati ottenuti dalla lettura visiva del barometro aneroide di fabbricazione SESTREL situato in appartamento o ricavati dalla lettura del tracciato del barotermoigrografo posto in capannina.
Il valore medio annuale risultava di 984,2 hPa (985,4 hPa la media pluriennale; con valori stagionali di  985 hPa in inverno, 981,6 hPa  in primavera, 984,5 hPa in estate e 985,9 hPa in autunno), mentre quello massimo (999 hPa) era registrato il 4 Febbraio e quello minimo (969 hPa) il 28 Dicembre 2000.
L'escursione massima veniva calcolata il 22 Marzo (dalle h 8.00 alle ore 14.00) e risultava pari a + 8,5 hPa .

PRECIPITAZIONI atmosferiche e pH
Le somme giornaliere di tutte le precipitazioni, dalle ore 00.00 alle ore 24.00, compresi i contributi di neve, grandine, nebbia rugiada e brina, portavano ad un totale annuo di 1362,1mm/mq , con un deficit del 18,3% rispetto a quello mediato sul periodo 1987-'00. Dal confronto dei dati mensili si rilevava che Marzo, con i suoi 219,3 mm/mq, si dimostrava il mese più piovoso, mentre risultava carente di pioggia Novembre. Con riferimento ai valori stagionali, in barba ai dati pluriennali, la stagione più piovosa risultava l'estate con 466,4 mm/mq.

Come già negli anni passati, presso la Stazione Meteorologica di Brebbia si continuava a misurare  il  pH delle precipitazioni; infatti, le gravi conseguenze ambientali prodotte dalle piogge acide, non sono da trascurare.  Il pH medio annuale del 2001 risultava di 4,51  a fronte di una media pluriennale di pH 4,61 (periodo 1987-'00).  In relazione ai valori minimi (intorno a pH 3,00), che negli ultimi decenni hanno prodotto allarmismi di un certo rilievo per i danni sui diversi ambienti naturali e sui manufatti della nostra civiltà, quelli del 2001 risultavano prossimi a pH 3,5 e, precisamente: pH 3,56 il valore più basso misurato in un campione di pioggia di 6,8 mm il 29 Marzo, mentre il 4 dello stesso mese era stato rilevato un pH di 3,65 in un campione di 2,7 mm e, precedentemente, il valore di pH 3,70 in un campione di 4,4 mm il 10 Dicembre; per contro, il valore più alto (pH 7,16) veniva misurato a Luglio in un campione di 17 mm.

NUVOLOSITÀ
I dati della nuvolosità del cielo, espressa in ottavi di cielo coperto e rilevati tre volte al giorno (alle h 8.00, h 14.00 e h 19.00), mediante osservazioni visive dirette, indicavano per il 2000: 149 giorni di cielo sereno o poco nuvoloso (da 0 a 2/8), 93 giorni di cielo coperto o molto nuvoloso (da 7 a 8/8) e 124 giorni variabili (da 3 a 6/8).
La nuvolosità media annuale risultava di 3,7 /8 valore coincidente con quello pluriennale (3,7 /8). Il maggior numero di giorni sereni era a favore di Giugno e Agosto (19); al contrario, il mese di Gennaio faceva registrare solo 7 giorni di cielo sereno e ben 14 giorni di cielo coperto.

INSOLAZIONE
L'insolazione esprime i minuti di effettiva visibilità del Sole, quelli in cui l'astro riscalda la superficie del Pianeta e, così facendo, incide una striscia di cartoncino posta nell'eliofanografo.
Nell’anno 2001 la media annuale risultava di 10792 minuti, pari al 46,7 %, valore di oltre 4 punti in più rispetto alla media pluriennale (1987-'00) mentre, con riferimento ai valori stagionali, l'inverno faceva registrare un -1,6%, la primavera un + 0,7%, l'estate un +8,7% e l'autunno un +8,3%. La media mensile maggiore spettava ad Agosto (63,2%), le variazioni mensili maggiori venivano registrati a Giugno (+15,7% ) e Marzo (-13,7%), mentre il valore giornaliero maggiore veniva misurato il 19 Gennaio (97%).
La media oraria annuale maggiore, pari a 50 minuti, era registrata a Giugno tra le ore 11.00 e le ore 12.00 e superava di alcuni punti quella pluriennale, pari a 42,7 minuti.

VENTO
Analizzando la rosa dei venti a partire dal 1993, anno d'installazione dell'anemometro nella frazione di Brebbia Superiore, si è osservato che a Brebbia la provenienza del vento è prevalentemente settentrionale e, in corrispondenza di questa direzione si registra anche la maggiore velocità, mentre il massimo secondario spetta alle direzioni meridionali. Questa dualità è dovuta all'alternanza della brezza di monte e della brezza di valle, con un contributo alle provenienze settentrionali da parte del Foehn e delle perturbazioni atlantiche incanalate nelle Alpi.
I dati parziali dell’anno 2001 non consentono di fornire la media annuale né la direzione annuale prevalente, così come il mese risultato più ventoso e il massimo valore giornaliero riscontrato.